La scelta di Valencia fu casuale, anni passati a vivere in
Spagna e della terza città della penisola iberica sapevamo a malapena la
collocazione geografica. Dopotutto l’idea iniziale era di comprare casa a
Madrid, città che conoscevamo bene e di cui amavamo tutto…tranne forse
l’estate e i suoi 45 gradi all’ombra, ma nessuno è perfetto.
Poi, durante una vacanza e con un caro amico
valenciano a farci da guida, entrammo tra i vicoli di questa meravigliosa città e si può dire che
da allora non ne siamo più usciti.
Il giorno che andammo a vedere la casa per la prima volta fu come vivere la Divina Commedia: il tizio dell’immobiliare era un Virgilio torturato da un sole impietoso e da una cravatta che aveva visto giorni migliori. Ci accolse cordialmente, ma l’averlo costretto a lasciare il suo ufficio con aria condizionata doveva essergli sembrata una tortura infernale.
Tra una rampa di scale e l’altra cercava di raccontarci qualcosa dell’immobile che stavamo per visitare, ma le sue parole erano simili a tante che avevamo già ascoltato perciò non ci badammo più di tanto.
Entrammo e fu subito Amore, almeno per Elena, perché per Gabriele fu come guardare l’antro di Cerbero: buio, angusto, polveroso…qualcosa che per considerarla una casa piuttosto che un girone infernale richiedeva uno sforzo di fantasia esagerato e soprattutto, un paio di architetti ispirati.
Tutti i muri vennero abbattuti, gli angoli bui cancellati e quando finalmente l’opera di restauro ebbe termine "uscimmo a riveder le stelle".
Benvenuti a Casa Grimana!
Elena, Emma, Gabriele